Nella quasi totalità dei casi gli inestetismi cutanei che un chirurgo ed un medico estetico devono affrontare sono dovuti alla presenza di accumuli di tessuto adiposo bianco nel sottocute.
I quadri clinici determinati da alterazioni di questo tessuto sono essenzialmente di due tipi:
ACCUMULI LOCALIZZATI (adiposità localizzata)
ACCUMULI DIFFUSI (cellulite)
Tali condizioni spesso coesistono nello stesso individuo e pertanto vanno trattate insieme.
Gli inestetismi correlati alla presenza di grasso nel tessuto adiposo nel sottocute sono condizionati dal particolare quadro anatomico. Tale problema è presente nell’85% delle donne dopo la pubertà.
La struttura anatomica del tessuto adiposo è fortemente correlata al diverso quadro genetico ed ormonale tra uomo e donna, ovvero alla differente anatomia delle fibre connettivali che risalgono dalle fasce muscolari fino al derma (la parte più profonda della pelle).
Spesso si confonde la cellulite con l’ADIPOSITA’ LOCALIZZATA. Questi due fenomeni hanno cause e manifestazioni differenti, anche se spesso coesistono nella medesima persona, ma per una corretta terapia devono essere ben conosciute e distinte.
L’adiposità localizzata, è dovuta ad un accumulo di grasso in specifiche aree del corpo, dove sono presenti i cosiddetti cuscinetti adiposi (fat pad), accumuli di grasso circoscritti presenti sempre nelle medesime aree corporee (braccia, addome, cosce, trocanteri, ginocchia, etc). Sono quelle aree che danno origine alla silhouette corporea.
Si parla di adiposità localizzate per persone con BMI (indice di massa corporea) inferiore a 30, ovvero non obese.
In soggetti con BMI > 30 si parla infatti di OBESITA’ DISTRETTUALE.
Nell’ADIPOSITA’ LOCALIZZATA, a differenza della CELLULITE, la pelle si presenta spesso liscia, omogenea e di colore normale, senza alcuna plica e priva di strutture biancastre o bianco-grigiastre.
Per ridurre queste aree il trattamento più adatto resta sempre la chirurgia, che mediante l’aspirazione di grasso (LIPOSUZIONE), ne riduce il volume e di conseguenza migliora la silhouette. In questo caso la CARBOSSITERAPIA diventa una terapia di supporto al trattamento chirurgico e molto spesso ne potenzia il risultato.
In presenza della sola CELLULITE, il trattamento di elezione resta la carbossiterapia. La chirurgia potrebbe addirittura peggiorare il quadro clinico o causare spiacevoli effetti antiestetici dopo l’intervento.
Mai come in questo caso, l’approccio deve essere a più livelli. Non esiste una cura per la cellulite, spesso la malattia stessa ha periodi di riattivazione e peggioramento.
Qualsiasi terapia, con qualsiasi mezzo utilizzato, non deve quindi essere intesa come risolutiva o miracolosa, ma come sostegno per arginare una malattia cronica.
Il trattamento comprende:
CARBOSSITERAPIA: riveste un valore fondamentale perché agisce a più livelli ( sottocute, setti, derma e microcircolo)
VARIAZIONI DELLO STILE DI VITA: evitare indumenti troppo stretti, evitare la posizione seduta per troppo tempo, svolgere attività fisica regolare.
CONTROLLO DELL’INSUFFICIENZA VENOSA E LINFATICA.
CONTROLLO DIETETICO: fondamentale, soprattutto se in sovrappeso.
UTILIZZO DI TRATTAMENTI MEDICI NON CHIRURGICI: ultrasuoni, radiofrequenze (meglio le MONOPOLARI), crioterapia, mesoterapia, pressoterapia (utilissima nelle insufficienze venose degli arti)
UTILIZZO DI TRATTAMENTI CHIRURGICI: soprattutto in presenza di adiposità localizzate.
Il termine forse più adatto per definire la cellulite è probabilmente quello di PANNICULOPATIA EDEMATO-FIBRO-SCLEROTICA, che definisce al meglio la cellulite, ovvero una malattia che può presentarsi con vari gradi:
EDEMA del tessuto
FIBROSI del tessuto
SCLEROSI, ovvero un indurimento dei tessuti in seguito a fenomeni infiammatori che hanno raggiunto l’esito cicatriziale.
Visivamente essa si può presentare essenzialmente in tre aspetti: la BUCCIA DI ARANCIA, il DIMPLING cioè la presenza di fossette sulla pelle, l’effetto materasso negli stadi più avanzati.
STADIO 2
STADIO 3